Sunday, March 12, 2006

E va bene, scrivo!

La pausa di riflessione è sospesa.
Nel frattempo, qualcosa ho capito.
Non ne posso più dei piccoli figli di un decennio abbondante di "'nculo vaffa" e delle tette grandi e finte di un quarto di secolo (o giù di lì) di "rivoluzione culturale".
La scorsa settimana sono stato dall'altra parte del pianeta a regatare con un equipaggio di prim'ordine a livello mondiale (me esluso, ovviamente). Abbiamo vinto ed ero felice, quasi.
Sono tornato e sono stato immediatamente risucchiato nell'orrore del degrado dei rapporti umani, civili e professionali che caratterizzano l'occidente e, in primis, il nostro paese.
Ormai non si contano più le persone con un sacco di scarafaggi in testa e due croste al posto del sorriso che ti rubano anche l'aria per respirare.
Fortunatamente, ho incontrato ed incontro ancora persone meravigliose.
Con una di queste andavo a braccetto, tanti anni fa, per i corridoi della pretura. Era il decano, gentile e integerrrimo, degli avvocati del sindacato.
Ricorderò sempre i suoi capelli bianchi leggeri come una bandiera, la voce roca per le mille sigarette e le poche ore di sonno, la passione per il gioco, e soprattutto per la vita.
E le facce stranite dei giudici, che non riuscivano a comprendere il nostro passeggiare sereno e confidenziale; io giovane avvocato milanese in abito grigio a difesa (anche) delle multinazionali, lui grande figura storica che nel primo dopo guerra faceva decine di chilometri al giorno a piedi per consegnare l'Unità nei paesini più sperduti.
E sapevamo che ci si poteva incazzare a comando, dare fuori di matto o rimanere impassibili, e nel contempo ammirare l'arte dell'attore (consumato e disincantato, lui), o ancora ingenuamente convinto dell'importanza della professione (io).
Ma tutto questo era un gioco vero, pulito, onesto, e figlio della vita che ognuno di noi aveva vissuto e delle occasioni, tristi o felici, che ognuno di noi aveva avuto per confrontarsi con le proprie ombre.
Forse ormai sono troppo vecchio per accettare il cambiamento, ma tutti i giorni incontro "colleghi" che, come prima domanda, mi chiedono dove ho lo studio; gli stessi che non rispettano nemmeno quel minimo di deontologia professionale (e non crediate che siano solo i giovani rampanti bisognosi di farsi strada; c'è gente che potrebbe essere mio bisnonno che riesumerebbe la madre per cederla in leasing a canoni da vergogna) che rispettava perfino quel mio straordinario e terrificante "dominus" che, tanti anni fa, entrò nella mia stanza come un rombo di tuono e, tutto eccitato, mi disse: "socio, sono molto contento di come hai gestito l'affare sarcaz, però ti voglio più squalo, molto più squalo" (il suo nome in codice era "full metal smile", e così come era entrato, fulmineo richiuse la porta, mentre io impiegai cinque minuti per chiudere la bocca rimasta afona ed inesorabilmente aperta).
E adesso concludo.
Giuro su tutto ciò che ho di più caro (come, ad esempio, il socio, mio figlio ed i miei nipoti), che se non andate a votare per qualcuno per bene che aiuti a cambiare il clima di questo paese non vi guarderò più in faccia.
Anche a destra, of course, ma qualcuno decente e che abbia a cuore la dignità dei rapporti umani, please.
E se poi volete aiutarmi a fare qualcosa di buono, aiutatetemi ad aiutare ATTIVE.
http://www.attivecomeprima.org/
I dettagli nel prossimo post.

2 comments:

mafe said...

Augh.

Anonymous said...

Sottoscrivo (il post, e anche l'augh mafistofelico)

Monica