Saturday, September 26, 2009

Cronaca diretta a colpi di sms dal ristorante sotto casa

Ho di fronte a me una coppia vagamente oscura.
Lei parla in modo concitato da più di mezzora, ininterrottamente.
Mangia, fuma, beve, gesticola e si fa sentire da tutti.
Lui tiene la mano appoggiata alla tempia, a sostegno della testa; occhi bassi oppure assenti.
Poche parole con voce sommessa, pacata, rassegnata. Sempre soverchiata da quella di lei alla seconda, terza, massimo quarta parola.
Ormai siamo a 45 minuti e non ci sono segni di cedimento. Solo, lui ha rivolto uno sguardo d'amore incondizionato al cameriere che ha portato il conto.
E tra un po’ crollerà, penso io.
Nel frattempo lei si è accesa un'altra sigaretta, che fuma mentre beve il caffè, e intanto parla, gesticola, recita.
Lui si tiene le mani da solo, e nemmeno ha il coraggio di odiarla.
Ed inutilmente spera che accada qualcosa che ponga fine al supplizio.
Qualche volta si gira verso di me, in occasione delle pause, brevissime, che a lei servono per tornare alla carica con rinnovato vigore e impegno.
Lei è anche carina, avranno trentanni ed erano qui prima che arrivassi.
Ormai credo che sia passata un’ora.
Adesso lei parla al telefono e lui, 'sto pirla, anziché scappare sta lì, segue la conversazione e si annienta da solo con il suo sguardo cupo da spettatore triste della sua vita.
Fantastico.
Lei è sempre al telefono. E, ovviamente, anche in questo caso parla sempre lei.
Lui ha finalmente colto l'attimo ed è fuggito in bagno.
Lei intanto paga il conto, ed approfitta dell'assenza di lui per girarsi verso di me con mosse da seduttrice.
Non le do soddisfazione perché troppo impegnato nel mio lavoro da cronista. E poi non mi è simpatica.
Ma l'ego di lei è salvo, perché nel frattempo lui è tornato ed ha immediatamente ripreso la sua postura da ascolto.
Ed intanto lei, garrula, controlla di sottecchi se la guardo. Poi si alza e va a pagare, ma lui non riesce a rallegrarsi, rimane immobile e triste, perché sa benissimo che di lì a poco lei tornerà.
Ed infatti.
Eccola.
Spara gli ultimi colpì e finalmente se ne vanno.
Ed io posso così bere finalmete il mio caffè in pace.
(tempo trascorso circa 80 minuti, oltre alla parte non coperta dal servizio)
Viva

Tuesday, May 02, 2006

Start again


"It's not where you start - it's where you start again".

Sunday, April 09, 2006

Conservatore



Cito e faccio mio, consapevole di non poter dir meglio:
"Questi gli ideali positivi in cui credo: l'eguaglianza nella libertà, il mercato che dia a tutti pari punti di partenza, il sostegno dei deboli e l'inclusione degli esclusi, l'innovazione, la crescita, l'Europa, lo stato di diritto. Insomma, la democrazia nelle forme e la sostanza".
Avvilito da questa campagna elettorale miserrima, a prescindere dalle responsabilità dell'uno o dell'altro, non capisco chi continua, senza essere idiota o invasato, a difendere la prepotenza e la prevaricazione. Nemmeno comprendo, tuttavia, le derive estremiste di molti, che scherzano col fuoco e con le parole.
Nessuno, tra l'altro, garantisce un decimo degli ideali.
La ribellione è altra cosa.
Il proprio interesse anche.
Comunque vada (e non solo questa minuscola tornata elettorale), dedico a tutti i compagni di viaggio (nessuno escluso) questo semplice augurio irlandese:
Che la strada si alzi per venirti incontro,
che il vento soffi sempre alle tue spalle,
che il sole ti illumini e ti riscaldi
e la pioggia cada piano sui tuoi campi,
fino al momento in cui ci ritroveremo.
E che Dio ti tenga lieve sul palmo della sua mano.

Sunday, April 02, 2006

Prove di Brunch


Socio, l'ora delle uova al bacon all'aria aperta è giunta. Apri l'agenda e trova un sabato o una domenica in cui fare colazione prima delle quattro.

Friday, March 31, 2006

WiWa la Libbertà

Tra le tante cose, oggi a Matrix ha detto: "il fatto di essere licenziati facilmente rappresenta una grande opportunità, perchè consente di fare diverse esperienze".
Inoltre, "Santoro, in Mediaset, andava bene perchè rispettava le regole della casa".
Auuuuuuuuuuuuuuuggggggggg!!!!
Vado a dormire, che è meglio.

Sunday, March 12, 2006

ATTIVE, ATTIVI, VIVI! e un minimo impegnati, in allegria.


ATTIVEcomeprima
Potrei parlarvi per ore delle persone meravigliose che frequentano ATTIVE e, soprattutto, della straordinaria importanza dell'attività di ATTIVE per ognuno di noi, sano o malato, figlio, fratello, amico, padre o marito (valgono anche tutti i femminili) di persone sane o malate.
Lo farò un'altra volta, perchè vorrei farlo bene, con attenzione, passione e capacità di coinvolgimento.
Adesso sono troppo stanco e affranto per farlo.
Prometto anche che porterò a colazione da ATTIVE chiuque di voi me lo chieda; per me è sempre stata, ed è, un'occasione di ricarica straordinaria.
Però il tempo stringe, e quindi vi chiedo, sulla fiducia, di aiutarmi ad aiutare ATTIVE.
Qui (cinque righe più sotto) vi riporto il testo esplicativo della faccenda del 5 per mille.
Se non avete già altri da aiutare, aiutiamo ATTIVE.
In ogni caso, se vi è possibile, divulgate per quanto potete questo mio accorato appello, svp.
5 PER MILLE!
Un sostegno che non ti costa nulla ed aiuta Attivecomeprima ad aiutare sempre più le persone colpite dal cancro a vivere pienamente.
Le nuove norme attuative della legge Finanziaria consentono di destinare il 5 per mille delle proprie imposte a organizzazioni non profit.
Attivecomeprima è iscritta nell’elenco delle organizzazioni che possono beneficiare di questo contributo.
Non ti costa nulla perchè è una quota delle tue imposte che comunque pagheresti e per la nostra associazione rappresenta un aiuto concreto e molto importante.
Per di più, il 5 per mille non incide sull’8 per mille che potrai continuare a destinare come vuoi tu a favore dello Stato o delle diverse confessioni religiose.
Destinare il 5 per mille delle imposte che comunque pagheresti ad Attivecomeprima è facile, basta compilare il modulo (disponibile dal datore di lavoro o dal proprio commercialista) e firmare il primo riquadro (quello relativo al volontariato, alle onlus, alle associazioni di promozione sociale, alle associazioni e fondazioni) indicando il codice fiscale di Attivecomeprima: 10801070151
Grazie per la tua adesione a questo appello e grazie anche se vorrai invitare le persone che conosci a sostenere la nostra associazione attraverso un gesto gratuito e semplice di solidarietà.

E va bene, scrivo!

La pausa di riflessione è sospesa.
Nel frattempo, qualcosa ho capito.
Non ne posso più dei piccoli figli di un decennio abbondante di "'nculo vaffa" e delle tette grandi e finte di un quarto di secolo (o giù di lì) di "rivoluzione culturale".
La scorsa settimana sono stato dall'altra parte del pianeta a regatare con un equipaggio di prim'ordine a livello mondiale (me esluso, ovviamente). Abbiamo vinto ed ero felice, quasi.
Sono tornato e sono stato immediatamente risucchiato nell'orrore del degrado dei rapporti umani, civili e professionali che caratterizzano l'occidente e, in primis, il nostro paese.
Ormai non si contano più le persone con un sacco di scarafaggi in testa e due croste al posto del sorriso che ti rubano anche l'aria per respirare.
Fortunatamente, ho incontrato ed incontro ancora persone meravigliose.
Con una di queste andavo a braccetto, tanti anni fa, per i corridoi della pretura. Era il decano, gentile e integerrrimo, degli avvocati del sindacato.
Ricorderò sempre i suoi capelli bianchi leggeri come una bandiera, la voce roca per le mille sigarette e le poche ore di sonno, la passione per il gioco, e soprattutto per la vita.
E le facce stranite dei giudici, che non riuscivano a comprendere il nostro passeggiare sereno e confidenziale; io giovane avvocato milanese in abito grigio a difesa (anche) delle multinazionali, lui grande figura storica che nel primo dopo guerra faceva decine di chilometri al giorno a piedi per consegnare l'Unità nei paesini più sperduti.
E sapevamo che ci si poteva incazzare a comando, dare fuori di matto o rimanere impassibili, e nel contempo ammirare l'arte dell'attore (consumato e disincantato, lui), o ancora ingenuamente convinto dell'importanza della professione (io).
Ma tutto questo era un gioco vero, pulito, onesto, e figlio della vita che ognuno di noi aveva vissuto e delle occasioni, tristi o felici, che ognuno di noi aveva avuto per confrontarsi con le proprie ombre.
Forse ormai sono troppo vecchio per accettare il cambiamento, ma tutti i giorni incontro "colleghi" che, come prima domanda, mi chiedono dove ho lo studio; gli stessi che non rispettano nemmeno quel minimo di deontologia professionale (e non crediate che siano solo i giovani rampanti bisognosi di farsi strada; c'è gente che potrebbe essere mio bisnonno che riesumerebbe la madre per cederla in leasing a canoni da vergogna) che rispettava perfino quel mio straordinario e terrificante "dominus" che, tanti anni fa, entrò nella mia stanza come un rombo di tuono e, tutto eccitato, mi disse: "socio, sono molto contento di come hai gestito l'affare sarcaz, però ti voglio più squalo, molto più squalo" (il suo nome in codice era "full metal smile", e così come era entrato, fulmineo richiuse la porta, mentre io impiegai cinque minuti per chiudere la bocca rimasta afona ed inesorabilmente aperta).
E adesso concludo.
Giuro su tutto ciò che ho di più caro (come, ad esempio, il socio, mio figlio ed i miei nipoti), che se non andate a votare per qualcuno per bene che aiuti a cambiare il clima di questo paese non vi guarderò più in faccia.
Anche a destra, of course, ma qualcuno decente e che abbia a cuore la dignità dei rapporti umani, please.
E se poi volete aiutarmi a fare qualcosa di buono, aiutatetemi ad aiutare ATTIVE.
http://www.attivecomeprima.org/
I dettagli nel prossimo post.

Wednesday, February 08, 2006

Spiegatemelo voi

copio pari pari e auspico commenti tecnicamente illuminanti
A Better Way Forward
Provando l'ennesimo servizio che ammazzerà la distribuzione discografica tradizionale, ho deciso che questa cosa la riposto, perché credo sia la prima volta in vita mia in cui vedo proposta dal basso la soluzione limpida, razionale ed equanime a un problema economico/sociale che le major (per malcelata malafede) e i media (per ignoranza/servitù) continuano a definire insolubile se non tramite soluzioni autoritarie che nascono già in partenza inapplicabili e inefficaci.Eppure la Voluntary Collective Licensing of Music File Sharing di Electronic Frontier Foundation (qui tradotto in italiano) è semplicemente l'unica direzione in cui andare per risolvere l'annosa questione dei diritti sullo scambio di file musicali.E ci si arriverà comunque, per forza di cose, a adottarla. Forse non prima che le major abbiano perso tutta la credibilità residua. E forse è pure meglio così, a ben pensarci.In soldoni (ma per capire bisogna leggere), tutti pagano un fee mensile di - per dire - 5 euri, compreso nella connessione Internet, e scaricano quanto gli pare. Risultato: una quantità di musica disponibile pressoché infinita, e un giro d'affari ridistribuito in modo trasparente di molto superiore agli attuali fatturati delle major.
vanz @ 13:09
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Un po' di luce (1)

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Razzista

Espressivemente povero, ma ben proporzionato.
Ci fosse la virgola, stilisticamente perfetto.

Monday, February 06, 2006

Neofita

Ebbene si, sono assolutamente un neofita del blog.
Potrete anche non perdonarmelo, ma almeno lo sapete.
Mi sono appena preso dell'illiberale (e questo mi dispiacerebbe) e del forse comunista perchè non avevo scelto l'opzione giusta, moderando i commenti.
A dire il vero, non avevo proprio scelto.
Come molte altre cose della vita, ma questo è un altro discorso.
Cercherò di fare più attenzione, ma è possibile che vi siano diverse altre cosucce involontariamente errate nell'impostazione tecnica di questo blog.
Vedremo.
Intanto vorrei lanciare un appello per l'organizzazione di una colletta a favore del tenero Pierferdi che, se non ho capito male, gradirebbe possedere tre televisioni per sovrastare il signor B.
Possibile che nessuno ci abbia pensato prima?
Se poi avanza qualcosa, una la prenderei anch'io.

Sunday, January 29, 2006

Mio nipote

Mio nipote vorrebbe saper cosa è un blog e cosa significa che "puoi scrivere tutto quello che vuoi".
Help.
Il Socio

Primarie

Rispetto ad alcuni eventi talvolta sono abbastanza pigro.
Oggi, però, avevo deciso di andare a votare per le primarie cittadine.
I Quattro sono assolutamente improponibili, e viene quasi voglia di votare la Moratti (l'altra).
Purtuttavia, non lo farò.
Benissimo.
Decido quindi di compiere il mio dovere (piacere, entro certi limiti); oltre tutto, vicino a casa posso raggiungere a piedi diversi centri di voto.
E qui casca l'asino.
Scopro che, per dare la mia preferenza ad uno dei quattro che dovrei preferire, dovrei attraversare tutta la città per recarmi al seggio delle primarie coincidente con il seggio elettorale cui sono iscritto, percorrendo 6 0 7 chilometri in macchina con la certezza quasi assoluta (conosco la zona) di non trovar parcheggio.
Per motivi organizzativi, infatti, negli ultimi tempi risiedo a Milano in un luogo diverso dalla mia abituale abitazione (sempre a Milano).
Fa freddo, c'è la neve, l'auto è nel box, possiedo un'inutile scheda per la firma digitale, è domenica, forse tra poco ci sarà un'invasione di cavallette.
Ma perchè la burocrazia continua a intralciare le nostre vite (non c'entra esattamente ma, per curiosità, chi era quello che diceva che l'informatizzazione avrebbe eliminato/limitato in modo significativo il consumo di carta?) e, soprattutto, perchè chi dovrebbe rappresentarmi continua ad essere così grigio da farmi decidere di restare a casa?
Il Socio

A grande richiesta

Moltissimi amici (due o tre max, ma nel contesto in cui è avvenuto sembravano una moltitudine) mi hanno caldamente invitato ad aprire un blog.
Forse sarà questo.
Intanto l'ho aperto.
Poi ve lo spiego.
(evidentemente, il titolo è ironico; nessuno, per ora, ha voluto evidenziarlo ma, manco fossi un ingegnere, probabilmente è autoironico).
Il Socio